[Giorno 7] Mindset work in progess
[Il diario di oggi è scritto da Enrica Amplo, founder di La Tata Robotica]
La giornata di oggi è iniziata con un confronto sui lean canvas di noi startupper con il mentor Jeff Snider di US MAC.
La sensazione che qui tutto sia un “gioco serio” ha avuto contro prova nel “rock paper scissor” fatto da tre dei nostri startupper per decidere l’ordine di esposizione.
All’interno della lecture sono stati affrontati due temi principali: come è strutturato il percorso per raccogliere fondi da investitori, business angel, VC e come approcciarsi a potenziali partner.
Essenzialmente sono emersi questi concetti principali:
- Agli investitori non importa la tecnologia quanto il business model, in sostanza come possono guadagnare dal loro investimento
- “Less is more”, si devono avere idee chiare e precise su quale sia il target
- Per ottenere una partnership in modo efficace, bisogna considerare il partner come un investitore e per accorciare i tempi bisogna rivolgersi al “the right guy”, la giusta persona con la quale ci sono possibilità concrete di raggiungere un accordo data la sua posizione di mediatore.
Arrivata l’ora di pranzo saliamo sul pullman che ci porta al Google visitor center, qui incontriamo Neil Hendin, hardware engineer appassionato di cucina emiliana.
Ci racconta come è nata Google e come si è evoluta nel tempo. Il concetto chiave è essere dinamici e adattarsi alle necessità del mercato.
Se si incontra un ostacolo? Basta trovare una soluzione creativa per risolverlo. Così è nata la Google street view car, dopo che alcuni paesi non avevano consentito l’accesso alle mappe per ampliare il database di Google Maps.
Dopo qualche souvenir e foto di rito si riparte alla volta della visita al Plug and Play, il più grande acceleratore di tecnologia del mondo.
Offre programmi di supporto per startup innovative di diversa natura, alcune delle quali sponsorizzate da grandi aziende in determinati settori come Health e Travel.
Forse per il sorriso di Megan, forse per la zona relax e la terrazza, molti di noi hanno avuto la sensazione di trovarsi in un ambiente meno macchinoso e più umano.
Il CEO dell’azienda, ci raccontano, tratta i suoi dipendenti e startupper come fossero tutti parte di una grande famiglia.
Concluso il momento domande, saliamo nuovamente sul pulmino per tornare al nostro Startup Basecamp che ormai chiamiamo “casa”.
Ci aspetta una serata di prove di pitch per preparaci al nostro big event che sarà giovedì sera e ci consentirà di presentare i nostri progetti al mondo della Silicon Valley.
[Enrica – La Tata Robotica]