Ribellarsi alla propria comfort zone è solo la punta dell’iceberg: il post-Silicon Valley di Andrea Bisaccioni
L’esperienza in Silicon Valley è giunta al termine, ed ora è il momento di far sedimentare le idee e fare un bilancio delle settimane passate.
Riassumendo posso dire che sono due le principali lezioni che ho appreso da questo viaggio.
La prima è l’awareness, la consapevolezza, che ribellarsi alla propria comfort zone sia solo la punta dell’iceberg.
L’imprenditoria è un mondo duro, comporta sacrificio e passione, dedizione e flessibilità.
Si può pianificare fino allo sfinimento, programmare ogni singolo passo a seguire, ma la realtà è che è essenziale la capacità di rivedere
le proprie posizioni e accettare il fatto di lavorare giorni per costruire qualcosa che potrebbe rivelarsi un completo fallimento senza
perdere l’entusiasmo.
A San Francisco nei bar, nei coworking, nelle aziende e persino per le strade si respira entusiamo.
A San Francisco l’entusiamo potrebbe essere materia di studio.
La seconda è il prezioso bagaglio di relazioni umane instaurato tra i partecipanti al Mindset Program.
È stato incredibile ritrovarsi dal giorno alla sera in compagnia di persone che condividevano i miei stessi obiettivi, la mia stessa
voglia di mettersi in gioco, la stessa capacità di giocare oltre gli schemi.
Persone capaci di ascoltare e che non si tirano indietro in caso di discussione, perché volendo citare George Bernard Shaw,
“Se tu hai una mela, e io ho una mela, e ce le scambiamo, allora tu ed io abbiamo sempre una mela per uno.
Ma se tu hai un’idea, ed io ho un’idea, e ce le scambiamo, allora abbiamo entrambi due idee”.
A tutti voi magnifici compagni di avventura, voglio semplicemente dire grazie, non sarebbe stata la stessa cosa senza di voi.