Business Match in Silicon Valley: i primi giorni di GlassUp
Durante questa settimana otto piccole e medie imprese, tecnologiche e innovative, dell’Emilia-Romagna sono in Silicon Valley per il programma Business Match. Ogni giorno pubblicheremo la testimonianza di una delle imprese partecipanti per poter raccontare l’esperienza in tempo reale: l’articolo di oggi è scritto da Francesco Giartosio di GlassUp.
GlassUp è un’impresa modenese specializzata in realtà aumentata. Dalla sua fondazione, ha sempre lavorato allo sviluppo di smartglasses, mantenendo come stelle polari due obiettivi: creare occhiali hi-tech e di design che liberassero dalla costante dipendenza da cellulare; realizzare visori industriali in grado di incrementare sicurezza e produttività sul posto di lavoro. Per fare questo ha realizzato due prodotti: GlassUp UNO e GlassUp F4.
“Noi facciamo occhiali a realtà aumentata. Attualmente ci rivolgiamo al target industriale. Siamo un team mostruoso di 18 persone, stiamo finalmente iniziando a vendere i primi occhiali. Ora stiamo studiando il passaggio da vendere occhiali, a vendere Glasses-as-a-Service.
La mia missione in Silicon Valley è iniziata ancora prima di partire: da una parte la logistica, scegliere il volo, ecc… dall’altra parte assicurarmi di poter stare via una settimana, per me che ho team così grande non è banale. Poi avere un prototipo disponibile, e fare un mini corso per saperlo usare, visto che è in continua evoluzione ed è da un po’ che non facevo demo. Poi rivedere continuamente il pitch, ormai è una litania. Poi pensare a come far rendere meglio il viaggio, cosa aspettarmi, e chi cercare di incontrare sfruttando i canali di USMAC, e ciò ha comportato un ragionamento sulla strategia.
Una volta arrivato l’impatto non è stato troppo difficile: in Silicon Valley sono già venuto varie volte, a parte dovermela cavare senza valigia (dispersa dalla compagnia aerea) non ho avuto grosse sorprese. Mi ha fatto piacere conoscere meglio il team di USMAC, in particolare Alfredo, davvero molto in gamba. Ho trovato illuminante la sua descrizione della Silicon Valley: è ormai il centro di innovazione del mondo, gode anche lei di un forte network effect – le corporate vengono qui a cercare innovatori, e le startup vengono a cercare investitori, anche a costo di tornare tutti in Europa poi a collaborare.
In questi primi giorni mi sono concentrato sul raffinare ancora il deck, capendo meglio cosa si aspettano gli investitori e sul fare i primi incontri, cercando di capire come sfruttare il potenziale. In generale mi sono impegnato sul cercare di capire meglio come ragionano qui: in fondo, l’idea che mi ero fatto finora sul rapporto tra startup e investitori era più meccanica, ora inizio a capire un poco della psicologia delle relazioni, e del valore che ciascun attore cerca.
Durante il primo giorno ho già avuto un incontro con una consulente molto ben connessa, interessante per capire il ruolo di questi connettori: nella presentazione a lei diventava utile cercare di farle capire che consulenze lei avrebbe potuto proporre, quindi mostrare il nostro prodotto come qualcosa di vendibile ma non troppo off the shelf, semplice da implementare.”