Mindset Program 6° ed: pre-Silicon Valley – parte 2

[Abbiamo chiesto ai partecipanti della 6° edizione del Mindset Program di raccontarci le loro aspettative pre-Silicon Valley. A questo link trovate la prima parte, mentre qui di seguito potete leggere la seconda]

“Sono emozionato.
Domani partirò per un’avventura che potrebbe cambiarmi la vita – sempre se il volo andrà bene.
Fin da piccolo ho sempre pensato che il pensiero e le idee potessero cambiare il mondo e finalmente andrò a visitare luoghi e incontrare le persone che con le loro idee hanno rivoluzionato realmente il nostro modo di vivere. Cosa mi aspetto dalla Silicon Valley? Mi aspetto di incontrare una mentalità imprenditoriale completamente diversa da quella italiana, di venire a contatto con differenti modalità di lavoro rispetto a quelle che conosco, di capire il differente approccio allo studio e di conoscere persone che sappiano trasmettermi la loro passione.”

[Filippo Luzzi – FreeCopia]

“Sono molto interessato a visitare la Silicon Valley, è la prima volta per me. Nel mondo di oggi grazie al Web è facile rimanere aggiornati sulle novità che accadono in ogni parte del pianeta, ma essere fisicamente presenti è un altra cosa. Con Competitoor in due anni siamo riusciti a sviluppare e commercializzare un prodotto unico nel suo genere in Italia e siamo diventati leader nel campo dell’analisi del mercato e dei prezzi online, ma in Silicon Valley sono presenti i nostri principali concorrenti che hanno iniziato prima e raccolto grandi investimenti e supporto. È una sfida impegnativa quella che mi attende: confrontarmi con un mercato maturo, competitivo, tecnologicamente evoluto dove tutto si muove rapidamente e nello stesso tempo fare salto nella storia emozionante. Mi sono iscritto a Ingegneria l’anno in cui Internet è arrivato in Italia, Google era una piccola startup, Apple attraversava il suo momento storico peggiore, Facebook non esisteva. In vent’anni queste società sono diventate le più grandi ed importanti del mondo e la Silicon Valley il luogo leggendario che ha permesso tutto questo.

[Davide Lugli – Competitoor.com]

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“Quando mi hanno parlato di questo programma ho subito realizzato che sarebbe stata un’occasione unica e il momento perfetto per prenderne parte.
Un’occasione unica per vedere con i propri occhi e apprezzare l’ecosistema dove le maggiori storie di successo hanno avuto origine, dove tutto il mondo volge l’attenzione per cogliere qualunque lampo di innovazione o principio di cambiamento.
Il momento perfetto perché lo stadio in cui si trova il nostro prodotto, in prossimità del lancio sul mercato, è quello pieno di interrogativi, di scenari e di direzioni strategiche che spesso determinano il successo dell’iniziativa stessa.
La possibilità di mettere un piede all’interno di questo ambiente è di per sé sufficiente a ritenermi estremamente fortunato, ogni passo successivo sarà fonte di ispirazione per me e le altre persone che stanno credendo e investendo nel nostro progetto.”

[Carlo Alberto Uvezzi – I-Charts]

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“Non so bene cosa aspettarmi da questa esperienza in Silicon Valley. Gli ultimi giorni sono stati molto concitati e non ho avuto neanche tempo di farmi un’idea chiara di quello che succederà.
Di sicuro c’è l’entusiasmo e la speranza di imparare molto, ampliare la visione imprenditoriale e portare a casa contaminazioni, nuove idee e stimoli.
Sappiamo che abbiamo in mano una tecnologia (DART) molto valida che ci dà un vantaggio competitivo rispetto a soluzioni concorrenti, ma in Italia non è ancora riuscita a sfondare. Forse per incapacità nostra di comunicare le sue potenzialità, forse per la miopia dell’ecosistema economico-imprenditoriale italiano.
L’aspettativa più grande è proprio questa: trovare da un lato un ambiente in grado di intravedere le potenzialità e le possibili applicazioni di DART, dall’altro apprendere un bagaglio di conoscenze che ci permetta di valorizzare al massimo la nostra startup e permetterci di fare un salto di qualità.”

[Claudio Berti – GETCOO]

“Secondo fonti disparate quali il taoismo, il buddhismo e la filosofia zen, le aspettative sono all’origine dell’infelicità.
Stress.
Frustrazione.
Rabbia.
Tutto dipende dalle aspettative.
Ora però, è importante capire che le aspettative non sono il male. Casomai, è avere delle aspettative che è male. Avere nel senso di tenersele strette.
È l’attaccamento, direbbero i buddhisti, che causa la sofferenza, non ciò a cui siamo attaccati. E le aspettative, fra tutte le cose alle quali possiamo aggrapparci, e che ci rendono infelici, sono certamente le più subdole, poiché non sono materiali, sono idee.
Non ho aspettative per questo viaggio di evoluzione mentale ed è quando le aspettative sono ridotte a zero che si apprezza veramente ciò che si ha.”

[Francesco Villa – OaCP Srl]