International Accelerator @ Plug and Play: l’esperienza di Competitoor a metà percorso
Sono passati 40 giorni dall’inizio del nostro programma di accelerazione a Plug and Play in Silicon Valley – a Sunnyvale per la precisione – è uno dei principali acceleratori degli USA insieme a Y-Combinator e a 500Startup, luoghi in cui le idee innovative possono diventare realtà per poi crescere ed arrivare a cambiare il mondo.
Chiedere per maggiori informazioni a Google, Paypal, Dropbox che sono passati di qui quando ancora non erano conosciute. È difficile descrivere sinteticamente quello che accade all’interno di Plug and Play, delinearne i confini o paragonarlo ad altre realtà simili, forse la parola che meglio descrive l’enorme quantità di corsi, investimenti (Plug and Play investe in 250 aziende ogni anno), programmi di incubazione, acceleazione di imprese, internazionalizzazione, formazione, cultura digitale è: “Connessione“.
Te ne rendi conto già dal primo giorno, guardando i gruppi di giovani provenienti da ogni parte del mondo che seguono le rispettive guide alla scoperta del posto. Sembrano turisti in vacanza, ma sono imprenditori, professionisti, innovatori venuti per imparare e toccare con mano dove ci sta portando la tecnologia e magari entrare in contatto con oltre 300 Venture Capital, aziende internazionali, formatori. Queste connessioni che si creano più facilmente rispetto a qualsiasi altro posto, generano altre idee che supportono le startup presenti, fanno nascere nuove imprese o vengono acquistate da una delle tante aziende internazionali che hanno il proprio quartier generale in questa parte nord della California (non per caso, ma per stare vicine tra loro e a questi aggregatori d’eccellenza).
Plug and Play segue un po’ il modello delle università americane: tanto più sono prestigiose, quanto più è difficile entrarci. E infatti non è stato facile superare le selezioni per accedere al programma riservato a società innovative straniere, ma adesso che con il mio socio in Competitoor stiamo completando i tre mesi di accelerazione, mi sono reso conto di due importanti aspetti di questa esperienza.
Il primo è il valore delle connessioni (ancora questa parola!) generate con alcuni dei più incredibili cervelli nel campo dell’innovazione, persone che hanno fondato società che hanno cambiato letteralmente il modo in cui viviamo e che oggi posso contattare in qualsiasi momento.
Il secondo aspetto è che noi italiani potremmo davvero giocarcela con gli americani della Silicon Valley, non ci manca infatti capacità, voglia di lavorare, formazione e intuito, ma solo un po’ di coraggio nel condividere e mettere in rete quello che sappiamo fare.
E lo dico da emiliano-romagnolo, una regione dove l’imprenditoria è molto sviluppata, ma composta da micro imprese che non riescono a unirsi e fare sistema per raggiungere traguardi più grandi o difendersi dai periodi di crisi.
Ecco gli americani questo lo sanno fare molto meglio di noi.
Per adesso.
[Davide Lugli – Competitoor]