Boston è la nuova Silicon Valley del biotech e delle scienze della vita?

Come la capitale del Massachusetts è diventato un ecosistema rilevante nel settore delle biotecnologie e della digital health

A Boston hanno sede tra le più importanti università del mondo come Harvard e MIT (Massachusetts Institute of Technology) e numerosissime aziende farmaceutiche come Moderna, Pfizer, Johnson&Johnson, che hanno sviluppato la ricerca per i vaccini anti-covid, Biogen, azienda di rilievo nel settore biotecnologie che sviluppa la ricerca di nuovi metodi di cure e nuovi farmaci. Tante altre stanno nascendo, come Ginko Bioworks, azienda biotecnologica formata da scienziati del MIT che utilizza le nuove tecnologie dell’ingegneria genetica.

Dunque, non sorprende l’investimento di venture capital e private equity nel primo trimestre del 2021, una quantità di capitale da record fluito nel settore delle biotecnologie, che ammonta a 12 miliardi di dollari, secondo la società di ricerca PitchBook. Lo sviluppo in questo settore comporta nuovi posti di lavoro: il Consiglio di Biotecnologia dello Stato del Massachusetts ha stabilito 79.000 posti di lavoro in questo campo, di cui 24.000 aggiunti nell’ultimo decennio. La costruzione di nuovi laboratori e stabilimenti farmaceutici ha implica l’aumento di posti di lavoro nell’edilizia, a vantaggio dell’economia locale. Solo nella città di Boston, le industrie della sanità e dell’assistenza sanitaria rappresentano il 18% dell’occupazione totale e gli ospedali rappresentano i maggiori datori di lavoro. Basti pensare che il PIL per capita nello stato del Massachusetts è il più alto degli USA, 75.260$.

Il consolidamento del cluster biotech di Boston è dimostrato dalla rivista di settore “Genetic Engineering & Biotechnology News”. Infatti, nella sua classifica annuale dei migliori cluster biofarmaceutici statunitensi, nel 2020 si riconferma quello di Boston, al 1° posto dal 2015

Il processo che ha portato l’ecosistema di Boston ad essere un cluster riconosciuto di importanza tecnologica e innovativa nel settore biotech dura da anni. In generale, è sempre stata una città all’avanguardia nel campo dell’innovazione e lo testimonia il fatto che a Boston che si è realizzata la prima azienda di shared economy, Zipcar.

Quello che differenzia questo cluster da altri è determinato da vari fattori. Uno di questi è la concentrazione di talenti provenienti dalle università locali (MIT, Harvard) e dai college locali, in tutto 120 tra college e università. Da questo deriva il fatto che il 51% della popolazione locale ha una laurea, risultato che lo rende primo stato per grado di istruzione della forza-lavoro.  Inoltre, le società sono più propense a investire nella città come venture capital nel settore biotecnologico, visto che un terzo delle terapie che si sviluppano negli USA si realizzano a Boston.

Lo sviluppo di ricerca e innovazione è incoraggiato dall’erogazione di fondi pubblici, provenienti soprattutto dall’Istituto nazionale per la sanità (National Institute for Health, NIH). Gli ospedali e i centri di ricerca del Massachusetts ricevono in totale il 54% dei fondi dall’Istituto nazionale di sanità e perciò risultano tra i migliori ospedali negli Stati Uniti per la ricerca. Oltre alle industrie farmaceutiche e del biotech, a Boston sono presenti anche molte aziende IT come Microsoft, Google, Apple, che investono molto nella ricerca e sviluppo nel digital health, proponendo soluzioni digitali a problemi sanitari. Questo è un altro dei punti forza dell’ecosistema di Boston, il proliferare di istituti multidisciplinari nati da collaborazioni tra diversi ambiti e l’influenza di grandi aziende che cercano partners per sviluppare nuove tecnologie.

La nascita di una startup può generare a cascata la nascita di altre, come spin-off. Tutto ciò è possibile proprio grazie alla concentrazione di talenti, idee e investimenti.