EMILIA-ROMAGNA IN SILICON VALLEY: UNA STORIA DA RACCONTARE

Il docufilm che racconta l’esperienza della Regione Emilia-Romagna in Silicon Valley e le testimonianze di chi ha partecipato ai programmi regionali finanziati dal 2015 ad oggi

La Regione Emilia-Romagna è l’unica Regione italiana ad avere un presidio in Silicon Valley dal 2015, l’Innovation Hub, gestito da ART-ER e nato dall’esigenza di estendere le opportunità di innovazione e di internazionalizzazione del proprio ecosistema. Da allora, circa 100 realtà regionali, tra imprese e startup, hanno partecipato a programmi finanziati dalla Regione, che hanno incentivato e favorito l’apertura del sistema produttivo locale verso uno degli ecosistemi tra i più innovativi al mondo. 

L’obiettivo della presenza in Silicon Valley è però anche quello di promuovere politiche per l’attrazione degli investimenti e supportare lo sviluppo del modello duale utilizzato dalla maggioranza degli imprenditori italiani negli Stati Uniti e nella Bay Area. Dal 2021, inoltre, è attiva una collaborazione strategica con Lombardstreet Ventures, realtà presente da diversi anni sul territorio statunitense per potenziare le attività a favore dell’ecosistema regionale dell’innovazione nella Bay Area.

I programmi svolti nel corso degli anni, oltre il Mindset Program in Silicon Valley, sono stati Business Match, International Accelerator Program e il Corporate Immersion Program. ART-ER, in collaborazione con Clalt Kent Studio, nel 2020 ha voluto raccontare queste esperienze e il successo che i partecipanti hanno ottenuto nel tempo, attraverso un docufilm, “Emilia-Romagna in Silicon Valley: una storia da raccontare”

Le testimonianze raccontano come molti dei partecipanti siano partiti spinti fondamentalmente dalla curiosità verso la Silicon Valley, dove il mondo delle startup è iniziato e abbiano poi, dopo l’esperienza fatta, rivisto proprio il loro modello di business. Lo scopo del programma Mindset è proprio quello di acquisire una certa mentalità statunitense di fare impresa. 

Tra gli insegnamenti che i partecipanti hanno recepito, vi è sicuramente il motto “fail to succeed”, cioè fallire per avere successo. Se un’idea di business non è altamente proficua, negli Stati Uniti viene abbandonata con pochi rimpianti per passare rapidamente a una nuova, che fa tesoro degli errori di quelle pregresse; mentre la cultura imprenditoriale italiana interpreta ancora troppo spesso il fallimento in chiave esclusivamente negativa

Un’altra caratteristica della filosofia imprenditoriale americana è quella di  “pensare in grande”.  Un partecipante, infatti, racconta: “Prima di partire, ho riguardato infinite volte il business plan per farlo più interessante possibile, ma ho fallito perché quando l’ho presentato mi hanno detto che quello era quasi niente, perché io parlavo di avere 2.000 clienti alla fine dei 5 anni, invece dovevo proiettarmi per avere 100.000 clienti, così potevo arrivare ai primi 2.000 con una struttura migliore”.

Un’altra caratteristica che differisce tra l’ecosistema della Silicon Valley e quello italiano è l’importanza del networking, ovvero fare rete: negli Stati Uniti la collaborazione è considerata un investimento e soprattutto un vantaggio, mentre in Italia non sempre è vissuta in quest’ottica. Infatti, gli imprenditori sono diffidenti gli uni verso gli altri e collaborano soltanto se non hanno altra scelta, ad esempio nel caso un’altra azienda abbia dei costi minori di produzione oppure abbia una competenza che manca alla propria. Come un partecipante osserva, “per cambiare ci vorrebbero più spirito di collaborazione e attitudine al networking“.

Per il mondo della Silicon Valley “fare relazione, conoscere persone, triangolare competenze, trovare nuovi contatti con cui fare attività insieme è un mantra”, “ci sono modi di approcciarsi e capacità di ascolto che noi non abbiamo”

Gli startupper che in questi anni hanno partecipato al programma hanno riportato degli insegnamenti cruciali per le proprie esperienze imprenditoriali e soprattutto hanno potuto sfruttare questa esperienza per migliorare la loro modalità di raccolta fondi. In un caso, per esempio, a seguito della prima esperienza in Silicon Valley nel 2016, sono stati poi raccolti circa 3 milioni di dollari di investimenti e raggiunto 60 milioni di visitatori annuali sul sito. Questo ha consentito all’azienda una forte crescita, tanto da raggiungere un team di 30 persone ed essere poi successivamente acquisita da un gruppo californiano.

Molto spesso l’esperienza ha portato a modificare l’approccio quotidiano al business, sposando “il mindset della Silicon Valley”, ad esempio attraverso l’inclusione di tutte le realtà che possono portare del valore aggiunto alle attività e la velocità di esecuzione, cioè raggiungere gli obiettivi quanto più in fretta possibile. 

Il Programma Mindset, fiore all’occhiello dei programmi regionali di internazionalizzazione verso gli Stati Uniti, ritorna finalmente nel 2022, dopo 2 anni di stop pandemico: le iscrizioni per partecipare all’8° edizione del Mindset Program in Silicon Valley sono aperte fino al 29 luglio alle ore 18.  

E’ possibile guardare il docufilm qui di seguito.