Startup e incubatori regionali a San Francisco: una Silicon Valley sempre uguale e sempre diversa

San Francisco

Si è appena conclusa una nuova missione che ha coinvolto alcune startup e incubatori dell’Emilia-Romagna aderenti alla rete In-Er. Oltre alla partecipazione alla tappa in California di SMAU, i partecipanti hanno avuto modo visitare alcuni acceleratori e incontrare imprenditori, venture capital ed esperti. Un’immersione nel cuore pulsante dell’ecosistema globale dell’innovazione che, dopo qualche anno, mostra ancora la sua luce ma anche qualche ombra.

“In Silicon Valley 6 anni dopo, per ri-vedere l’ecosistema dell’innovazione: cosa è cambiato e cosa è rimasto uguale.

Una missione a San Francisco per cogliere le tendenze (il nuovo che avanza) e i caratteri  fondamentali dell’ ecosistema che lo fanno essere all’ avanguardia, dagli anni ’50 ai giorni nostri.

Prima i fondamentali:

Una ricerca forte delle Research Universities (le sedi di University of California, Stanford, …) che ha attenzione alla valorizzazione dei risultati della ricerca e che prepara i founders.

Un sistema della formazione molto presente (State Universities) che sforna  competenze di buon livello che abilitano la crescita delle nuove imprese con collaboratori capaci.

Gli investimenti: ci sono 1.300 fondi d’investimento che presidiano tutti gli stati di sviluppo delle start-up: dal seed di 50.000 USD ai follow-on di centinaia di milioni di USD.

I fondi danno risorse intelligenti (soldi, membri del board, relazioni) che sostengono la crescita delle migliori idee.

Le Corporations: (imprese consolidate) che fanno acquisizioni. Alcune corporations fanno decine o centinaia (Alphabet ) acquisizioni all’anno. 

Le acquisizioni, chiamiamole “EXIT”, sono il motore di tutto l’ecosistema.

Motivano i founders, remunerano il capitale dei Fondi di VC e attraggono ulteriori fondi; sono la linfa che alimenta il sistema. 

Le start-up: a migliaia, molte che nascono sul posto, moltissime che vengono qui per l’ecosistema. 

Incubatori e acceleratori: ci sono, operano sempre allo stesso modo; aiutano i founder a non fare errori evitabili. Sostengono, ma non danno direzione, che deve venire dai Fondatori. 

Lesson learned: per fare evolvere il nostro ecosistema dobbiamo lavorare su tutti i diversi componenti, con un goal primario: aumentare le EXIT, sia industriali sia finanziarie.

Se procediamo con l’obiettivo ben chiaro di creare un ambiente favorevole alle exit, poi si capisce come procedere con i fattori abilitanti.

E cosa è cambiato? 

Nel 2018 ci aveva sorpreso vedere alcuni incubatori specializzati in AI – artificial intelligence e fondi che investivano solo in AI.

Ora AI è dappertutto, soprattutto AI generativa; forse c’è qualche Fondo che non investe su AI, ma non lo hanno invitato ai nostri incontri. 

Ci sono circa 22 Billions USD disponibili per investimenti indirizzati all’AI. 

È una scala che abilita sviluppi in campo LLM dove addestrare un modello costa centinaia di milioni di USD. Nessuno ci ha parlato di carenza di “talenti”

I denari inoltre attraggono talenti da tutto il mondo, abilitando la crescita. Qui le competenze non sono un problema, arrivano da tutto il mondo, ben pagate. 

Bella sfida per l’Italia che forma ottimi laureati e PhD e poi fatica a trattenerli.

AI generativa sembra un fattore strutturale e trasformativo, non congiunturale. 

L’interesse è per applicazioni vere di AI e non di applicazioni tradizionali con una spolverata di AI. Ultimo punto, una citazione di un investment principal: “Non so chi sarà forte sul mercato domani, ma chi non sperimenta oggi con l’AI, non ci sarà”. 

Alla fin fine, dedicare una settimana alla Silicon Valley è tempo ben speso, un moderno risciacquare i panni in Arno” 

Andrea Parmeggiani, direttore della Fondazione REI, incubatore del Tecnopolo di Reggio Emilia