[Giorno 3] Cosa succede a reThink Food: quello che mangiamo è una questione di business?
Debora (Facchini – Communication Dept. Manager di Aster) è in Napa Valley e sta partecipando insieme alla delegazione della Regione Emilia-Romagna a reThink Food.
Ecco il suo racconto della terza giornata in California!
“La parte della delegazione regionale continua il suo viaggio in Napa Valley per partecipare alla seconda giornata di conferenza di reThink Food.
Partiamo presto – non vogliamo rischiare, con le file di auto che ci sono! E ovviamente oggi la strada è libera. Evidentemente il sabato mattina porta un po’ di quiete anche qui.
La compagnia è davvero simpatica: Simona, Arnaldo, Andrea, Gigi, Giampiero, Myriam, Enrica e Claudia sono delle gran belle persone. C’è feeling, si parla di tutto durante il percorso (non breve). E si ride molto, che fa sempre bene!
Arriviamo e la colazione ci attende. Una cosa si può dare per certa: qui non fanno altro che farci mangiare e noi, ovviamente, mangiamo: che coraggio, con tutto il lavoro fatto all’Expo!
Del resto la giornata è sponsorizzata dal National Pork Board…non può che peggiorare!
Assistiamo alla prima sessione di lavoro, dal titolo Follow the Money: What Investor Interest suggests about the Future of Food innovation, condotta da Stephanie Strom del New York Times e alla quale partecipano Christine Day (Luvo), Rob Hurlbut (Equilibrium Capital) Will Rosenzweig (Food Business School).
In estrema sintesi emerge l’importanza del ruolo degli investitori nel futuro dell’alimentazione, poiché sono loro a decidere quali idee devono essere portate sul mercato e quali no.
E ancora diventa una questione di business, dove sembra non avere importanza il fatto che la scelta di alcuni prodotti – certo economici, sì – può produrre tali rischi alla salute da impattare poi sul sistema sanitario.
Gli affari di pochi non tengono conto dell’interesse dei più.
A metà mattina ci dividono in gruppi di lavoro.
Con Simona, Arnaldo e Andrea partecipiamo a Trust. Rebuilding dialogue and Innovation between Food and Tech, dove ci vengono presentati tre giovani imprenditori con i loro prodotti il cui scopo è quello di ricreare fiducia tra consumatore e aziende: per lo più si tratta di tecnologie adatte a tradurre in un linguaggio semplice alcuni ingredienti del prodotto oppure app in grado di suggerirci, sulla base delle nostri stili di vita, cosa scegliere davanti a 100 prodotti con caratteristiche più o meno simili, quale sia quello più adatto a noi. Bello, no?
Però andando avanti nel discorso comprendiamo che la tracciabilità del prodotto “from Farm to Fork” non è obbligatoria qui, non richiesta, non imposta.
Qualche azienda ha provato qualche anno fa a proporre un modello che prevedesse la tracciabilità: ha chiuso miseramente dopo pochissimo tempo!
Se ne conclude anche che safety e security qui non stanno insieme. Impensabile!
Tant’è che ogni tanto ci guardiamo e pensiamo sia il nostro inglese a non averci fatto capire bene!
La giornata scorre tra i vari interventi.
Poi si parte per una breve visita alle wineries, così tipiche qui e a Santa Helena (l’accento sulla seconda e)!
Intanto perdo il portafoglio con passaporto, carte di credito e denaro!!
Passa qualche ora di ansia poi, rientrati in hotel, mi contatta l’interprete per dirmi che ha chiamato l’autista di uno shuttle preso nel pomeriggio per dirci di averlo trovato.
Domani lo recupero! :)
[Debora Facchini – Communication Dept. Manager @ Aster]