Lancia il cuore oltre l’ostacolo: il post-Silicon Valley di Mario Monticelli
Due settimane volate.
Il tempo è passato velocemente non solo perché c’è stato tanto da imparare e scoprire, ma perché qui tutto vola. Le opportunità, il denaro, il tempo…
Per fare qualcosa di buono in Silicon Valley devi essere agile, poter decidere in fretta, cogliere le occasioni quando passano.
Questo lo si fa con l’esercizio: presentandoti audacemente agli eventi di networking, tirando fuori il meglio di te durante un elevator pitch, facendo domande (anche inappropriate) durante lezioni e presentazioni. Per questo il fallimento è accolto, è solo un passo in più verso la competenza.
La Silicon Valley non ti dà un mindset diverso, semplicemente te lo rompe, in mille pezzi.
Non bisogna avere la mente-cristallizzata, bisogna anzi sapersi evolvere nell’ambiente in cui ci si trova, provare e riprovare quante più cose possibili ed imparare da esse.
Tornare a casa è sempre bello, soprattutto quando si era lasciato qualcosa di importante e si ha qualcosa in più da raccontare.
Io torno a casa con i frammenti del mio vecchio mindset, i quali non andranno ricomposti come un puzzle, ma messi come palline colorate in una di quelle piscinette in cui giocano i bambini.
Fra queste palline ci sono nuovi amici, nuovi contatti, rinnovata voglia di apprendimento, una buona dose di coraggio per il futuro.
Torno a casa consapevole del fatto che il nostro eco-sistema è bellissimo, ma ha bisogno di una scossa. Ha bisogno di un bambino che si tuffi nella piscinetta. Cosicché muovendo tutte le palline scopra nuovi possibili scenari.
Torno a casa avendo compreso un po’ meglio il significato di una delle mie citazioni preferite:
«Lancia il cuore oltre l’ostacolo»